- GUGLIELMO SANSONI MOSTRE -
Palazzo Lanfranchi, Matera
20 ottobre 2023-8 aprile 2024
La mostra propone una rilettura della prospettiva culturale e territoriale del Mezzogiorno come "luogo" privilegiato del Futurismo, soprattutto dagli anni Venti del '900, attraverso le opere dei più importanti protagonisti del Movimento.
Pittura, scultura, grafica, oggettistica, in applicazione della Ricostruzione futurista dell'universo, manifesto sottoscritto nel 1915 da Giacomo Balla e Fortunato Depero, come affermazione storico-critica della unitarietà temporale e artistica (1909-1944) dell’avanguardia marinettiana.
Significativa la scelta delle opere e degli autori con contaminazioni fra dipinti, sculture, manifesti storici della Collezione Salce, riproposizione dell'Intonarumori di Luigi Russolo, rivisitazione di abiti futuristi di Emanuel Zoo e fotografie contemporanee.
Il catalogo, con un'ampia cronologia, oltre a riprodurre tutte le opere in mostra, ricostruisce l’itinerario storico del Futurismo nel Mezzogiorno attraverso mostre, articoli ed eventi tra i più significativi dell’epoca.
Tato è presente con numerose aeropitture tra cui Sensazioni di volo 1 tempo, 1929, Volo notturno, 1936.
9 aprile - 3 luglio 2022
Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci, Fontanellato (PR)
La mostra analizza le peculiarità degli artisti dell’Aeropittura che evolvono i concetti di velocità e dinamismo sfidando i cieli.
Una ricognizione sistematica di questo movimento che coinvolse alcuni tra i principali artisti italiani della prima metà del Novecento come Gerardo Dottori, con le grandi tele Incendio in città e Volo sull’oceano, Osvaldo Peruzzi, Fillia, Enrico Prampolini e le sue opere che tendono a un’astrazione del tutto personale; non mancano gli aerei sapientemente ritratti da Tullio Crali e Tato.
Presenti anche i grandi maestri Giacomo Balla e Fortunato Depero che firmarono il manifesto e sperimentarono con le prospettive aeree numerose volte.
Sono tanti anche i nomi femminili, tra cui spiccano Benedetta Cappa Marinetti, Leandra Angelucci Cominazzini, Barbara, Marisa Mori, segno di un movimento unitario che coinvolgeva uomini e donne allo stesso modo, affascinati tutti dalle nuove tecnologie e della possibilità rappresentative che offrivano.
Tato è presente con numerose aeropitture tra cui Canta motore va, 1934, Sorvolando in spirale il Colosse, 1930.
13 giugno - 19 luglio 2015
Sala Consiliare e Sala Cesare da Sesto del Comune di Sesto Calende (VA)
Mostra organizzata in occasione del centenario della SIAI Marchetti e dedicata al maestro dell’Aeropittura, Tato.
L’importante retrospettiva è curata da Salvatore Ventura, per decenni responsabile dell’archivio Tato nonché suo collezionista, esperto ed esegeta. In mostra 50 opere dalle quali si evince la poetica di un artista poliedrico ed eclettico, personaggio fondamentale del nostro Futurismo e uno dei padri fondatori dell’Aeropittura.
“Insomma, l’aeropittura di Tato è un paesaggio che ha colori di festa e di ironia ed egli vi esprime non solo quello che ha visto, ma quello che ha sentito: è una realtà vera e trasfigurata nello stesso tempo. Ma ancora sulla soglia di quel paesaggio artificiale che egli ha creato mescolando cielo, acqua e terra, ecco un longherone d’ala con la sua ombra beffarda e la prua della carlinga che compare tozza nello scorcio del cielo estatico.” spiega Salvatore Ventura.
L’evento è inserito nell’ambito del programma di celebrazioni del centenario della SIAI Marchetti, storica industria aeronautica di Sesto Calende in provincia di Varese, che, come noto, ha avuto momenti di grande successo internazionale in periodi prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Nei due cortili attigui alle sale comunali un velivolo SIAI Marchetti SM.80bis del 1933 e la vettura Lancia Aprilia Bilux del 1939, il cui design si ispira all’arte futurista e che fu auto di rappresentanza della SIAI Marchetti.
Testi critici in catalogo di Salvatore Ventura, Maria Fede Caproni, Mariastella Margozzi e Beatrice Buscaroli.
La mostra è organizzata in collaborazione con la Galleria Russo.
5-28 febbraio 2015
Galleria Russo - Roma
La mostra antologica Tato. Sessanta opere del maestro dell'Aeropittura a cura di Salvatore Ventura racconta oltre trent'anni di produzione artistica del pittore bolognese, personaggio chiave del nostro Futurismo e uno dei fondatori dell' Aeropittura.
In mostra più di sessanta opere che descrivono la particolare predisposizione dell'artista per la visione aerea e realistica del mondo e la sua ricerca - come spiega Ventura nel suo testo critico - di una pittura “che spezzi gli schemi tradizionali della triplice dimensione: che dia il segno della libertà negli spazi, e permetta di fondere insieme la linea rigida di un longarone d'ala con il carosello multicolore di un paesaggio sottostante: che sappia intersecare aria, terra, mare in una infinita varietà di piani compenetranti; che frantumi, polverizzi, evapori, in un arcobaleno di sensazioni velocissime, la pigra tavolozza dei colori tradizionali, sino a darci uno spettro visivo del paesaggio in volo, rispondente alle nuove esperienze umane, create da un venticinquennio di attività aviatoria.”
Fra i dipinti presenti alla Galleria Russo alcune opere di grande importanza storica: Sorvolando in spirale il Colosseo, già esposto alla recente mostra dedicata al Futurismo al Guggenheim Museum di New York; Lancio con il paracadute (Sensazioni di volo), esposto alla prima mostra dell'aeropittura del 1931; la rara Natura morta del 1921, firmata con lo pseudonimo Olga Mazzieri; la serie delle Aeropitture di guerra realizzate alla metà degli anni '30 e, a testimonianza un'importante tappa raggiunta dall'aviazione italiana, la tempera su carta kraft Idrovelocità (Folgore rossa pilotata da De Bernardi che ha superato per la prima volta nel 1928 i 500 km/h).
In catalogo testi critici di Salvatore Ventura, Maria Fede Caproni, Mariastella Margozzi e Beatrice Buscaroli.
22 febbraio - 1 settembre 2014
Guggenheim Museum, New York
In mostra più di trecento opere di una consistente rosa di nomi tra cui Umberto Boccioni, Gino Severini, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla e ancora Depero, Prampolini, Dottori, Fillia, Tato, rappresentanti questi ultimi degli sviluppi aeropittorici.
Una panoramica totale e rappresentativa del movimento ideato da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 e attivo con vari esiti fino al 1944.
La rassegna si snoda nella spirale del museo culminando con gli enormi dipinti di Benedetta Cappa realizzati per gli uffici delle Poste centrali di Palermo.
Un crescendo cronologico che parte dalla pittura e scultura, passando alla poesia, architettura, teatro, graphic design, editoria, fotografia, pubblicità, arredamento e moda.
Tutto l’intero universo viene preso in esame e reinterpretato in chiave futurista, anche con ambientazioni suggestive come la ricostruzione della sala da pranzo progettata da Dottori nei primi anni Trenta.
Tato è presente con due aeropitture: Spiralando, del 1936 e Sorvolando il Colosseo del 1930.
Inoltre sono state esposte sue opere aero-fotografiche: Ritratto di Mario Carli, 1932; Aero-autoritratto, 1930; Ritratto fantastico di Mario Carli, 1934, e Dinamismo di ballerina del 1933.
15 marzo 1941
Opera Nazionale Dopolavoro del Ministero dell’Aeronautica, Roma
Seconda grande personale del pittore futurista Tato nella sede del Dopolavoro romano dell’Aeronautica militare. La mostra, nella sede di Piazza Esedra, è inaugurata il 15 marzo da F. T. Marinetti in persona che definisce Tato come “il primo a dare palpiti e sudori di benzina olio di ricino calorie e slancio ai pesanti trimotori in contrasto-amicizia con le più soffici trasparenti esvaporanti ovatte garze o bambagie dell’atmosfera”.
Espone settanta aeropitture ispirate alla bellezza lirico-guerresca, per esaltare l’aviazione italiana e le virtù militari dell’Italia fascista. Con opere che raffigurano aeroplani in volo e combattimenti aerei come Idrovolante in volo (1940), Sparvieri in azione (1940), Canta motore va (1934), Tato può essere definito come il più ingegnoso e libero degli aeropittori futuristi. Attraverso la sua pittura riesce infatti a raggiungere effetti molto violenti e dinamici, elogiati ampiamente dalla critica e dalla stampa dell’epoca.